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Quanto è pronta la nostra funzione HR ad andare all’estero?

Pubblicato il: 06/13/2015
Da: Logosme Bologna Casalecchio di Reno
Quanto è pronta la nostra funzione HR ad andare all’estero?

Dall’Osservatorio sull’internazionalizzazione dell’Emilia Romagna 2014 emergono alcuni dati interessanti: è aumentato del 18% rispetto al 2008 il numero delle imprese che commercializzano con l’estero, anche se il valore economico è diminuito del 2%. L’aumento del numero di aziende che esportano può essere il sintomo della comprensione da parte degli imprenditori che possedere una rete ramificata all’estero è uno dei modi per far diventare la propria azienda “resiliente” alla contingenza economica. “La crisi ha colpito più duramente le imprese che operano singolarmente senza una rete formalizzata, cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel le società che operano all’interno di una rete di aziende locali o nazionali, sono uscite dal tunnel (o non ne sono mai entrate) quelle che hanno una rete ramificata all’estero (in particolare quelle con partecipazioni di controllo in imprese straniere)”.

Che ruolo ha la funzione HR nell’internazionalizzazione delle PMI?

Spesso l’imprenditore che decide di andare all’estero affida l’incarico di esplorazione e di successiva apertura di filiali o unità produttive a persone di fiducia con esperienza in ambito produttivo o commerciale e quasi mai la funzione HR è coinvolta in queste fasi, rinunciando così ad un importante contributo.

Gli specialisti delle risorse umane possono aiutare l’imprenditore a rendere l’azienda resiliente, attraverso:

  • L’instaurare relazioni con i player locali o internazionali specializzati in consulenza del lavoro, ricerca e selezione del personale ed head hunting;
  • L’organizzazione e l’implementazione di sistemi di condivisione delle informazioni e della cultura aziendale;
  • La progettazione della formazione per chi si occuperà di selezionare e gestire le persone all’estero.

Una delle sfide che la funzione HR di un’azienda che si sta internazionalizzando è formare le persone in modo che siano in grado di “uscire” dai propri modelli mentali, dai propri schemi culturali per divenire più efficaci nel lavorare con chi ha comportamenti anche molto distanti dalla nostra cultura. Sicuramente sviluppare competenze complesse come l’ascolto empatico e l’accettazione dell’altro attraverso training specifici può essere il focus degli specialisti delle risorse umane che desiderano affiancare efficacemente l’imprenditore verso l’internazionalizzazione.

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