Di recente ho riletto un articolo sulla ricerca che il Korn Ferry Institute ha condotto nel 2017 su 57 donne CEO per comprendere meglio la leadership al femminile.
L’obiettivo era individuare i tratti, le motivazioni e le competenze distintive delle donne che ricoprono i maggiori ruoli di leadership in grandi aziende. I risultati che ne escono sono illuminanti per le donne che si trovano già in un percorso di carriera con dei ruoli di leadership, per le giovani che stanno scegliendo il loro percorso accademico o stanno muovendo i primi passi nel mondo del lavoro e per le organizzazioni che vogliono adottare policy e procedure di gestione delle persone più al passo con i tempi.
Grazie alla somministrazione di un assessment psicometrico, è stato possibile mettere a confronto i punteggi delle donne CEO con quelli del benchmark maschile.
Le donne e gli uomini del campione preso in considerazione hanno entrambi alti punteggi sulle dimensioni di adattabilità, curiosità, assunzione di rischi, tolleranza dell’incertezza, ottimismo, assertività, influenza, need for achievement e persistenza.
Le dimensioni, invece, sulle quali le donne si distinguono dai colleghi uomini sono la credibilità, la self-confidence, l’umiltà,
Per quanto attiene al punteggio sulla “credibilità”, i ricercatori sottolineano che, nonostante, in genere, con credibilità si intenda “agire in modo coerente con le dichiarazioni”, in questo caso il test somministrato misurava una dimensione che può essere ben rappresentata con la metafora “essere un buon soldatino”; perciò, i punteggi più bassi nelle donne che negli uomini su questo tratto possono essere interpretati come una maggior propensione delle donne leader ad agire in modo inaspettato e sorprendente più che a non essere affidabili – caratteristica naturalmente connotata in modo negativo (le interviste strutturate alle CEO, hanno infatti, supportato questa tesi).
E’ interessante anche la relazione che si crea fra la dimensione dell’umiltà e della self confidence .Nello specifico, le donne CEO sono risultate più orientate, rispetto agli uomini, alla collaborazione e al riconoscimento degli altri nel contrbuto al loro successo e sono meno confidenti in sé a confronto del benchmark maschile: queste due caratteristiche, lette insieme, parlano di quanto le donne sentano, meno dei colleghi uomini, il bisogno di tenere tutto sotto controllo e di considerarsi come le uniche capaci di poter incidere in modo efficace per il raggiungimento dei risultati attesi.
Quindi, ciò che emerge è che nonostante la fiducia in sé sia importante, l’averla equilibrata con altrettanti alti livelli di umiltà non sembra aver danneggiato le carriere di queste donne CEO.
Nel prossimo articolo sulla leadership al femminile parlerò dei 5 driver che guidano le donne Top Manager.
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