Come mai in prossimità e durante le feste di Natale molte persone si sentono più tristi e ansiose e le persone che soffrono di depressione rischiano di avere delle recidive?
Il tono dell’umore depresso è sostenuto e accompagnato da una triade di pensieri disfunzionali:
– sul sè, legati al non valore personale;
– mondo e sugli altri, percepiti come giudicanti e migliori;
– sul futuro, considerato senza speranza.
Quando chi soffre di depressione è in un periodo particolarmente doloroso, dice a sè stesso di valere poco e di non meritare niente, si sente in colpa, pensa che gli altri siano migliori e più felici, che non lo potranno comprendere e sostenere e che il futuro non ha niente di bello in serbo per lui.
Quando invece il tono dell’umore è più alto questi pensieri da assoluti diventano relativi e più flessibili. La persona vede il futuro come un terreno da costruire, dove ci possono essere eventi spiacevoli ma anche eventi piacevoli, gli altri sono visti nella loro interezza fatta di pregi e difetti, e altrettanto succede per il giudizio verso il sè: punti di forza e criticità, alternanza tra umore stabile e umore basso, capacità di stare con gli altri e di ricavarsi momenti per sè.
L’arrivo delle festività possono riacutizzare i sintomi o non farci sentire felici e rilassati come ci aspetteremmo. Perché?
Perché il Natale, di fatto, porta con sé dei dogmi emotivi, cognitivi e comportamentali. Dobbiamo essere felici, sereni, pensare positivo e pensare a come essere migliori. Dobbiamo stare in famiglia, riposarci e volerci bene. Dobbiamo essere socievoli, amorevoli e fare. Fare regali, fare visite, fare spese, fare buoni propositi.
Questi dogmi riattivano la triade di pensieri disfunzionali che accompagnano il tono dell’umore depresso in un modo che i miei pazienti descrivono così:
” Devo essere buono, felice, sereno. Ma io mi sento di non valere quindi non ce la farò ad essere come il mondo mi dice che dovrei essere in questo periodo, quindi anche se ci provo poi fallirò e mi sentirò in colpa.”
“Devo stare di più con gli altri, ma per gli altri è così facile essere felici, gli altri sono perfetti e vedranno la mia non felicità e non mi vorranno vicino a rovinargli la festa”.
“Devo fare buoni propositi e sperare nel futuro. Ma tanto poi non succede mai niente e non riuscirò a sostenere i miei propositi e sarà l’ennesima delusione “.
Passiamo al contrattacco:
- L’umore non è statico ma fluttua. Sii quello che ti senti, senza forzarti. Più sereno a volte, più triste altre volte. Cogli i momenti di serenità e cerca di non stigmatizzare i momenti di maggiore sofferenza. Come quelli sereni passano per lasciare il posto ad altri stati emotivi.
- Ognuno fa quello che può e quello che riesce. Gli altri sempre felici sono solo nella pubblicità, nella vita reale ognuno di noi, è un insieme di tanti pensieri e stati d’animo spesso di segno contrastante. E questo malgrado i dogmi del Natale!
- L’anno nuovo non sarà come una cartolina di Natale, ma abbiamo le prove che seguirà le più infauste previsioni? Prova a restare presente al qui ed ora, datti la possibilità di farti sorprendere.
- Cerca di non abbandonarti ai pensieri negativi, distraiti da loro. Il vortice di pensieri che diventano ricorrenti e pervasivi non ti aiuta. Creati delle “ancore”, ad esempio scrivi su dei foglietti le cose che ti piace fare e come queste ti aiutano, e le persone che tu senti come positive per te. Quando ti accorgi di essere finito nel rimuginio dei pensieri negativi, prendi le tue “ancore” e semplicemente, senza rimuginarci sopra, mettile in atto!
- Sforzati di non trascurare le attività quotidiane che di solito di danno benessere e cerca di non stravolgere la tua routine. Programma nella giornata un momento da dedicare a ciò che ti piace fare per sostenere il tuo umore. Indipendentemente dal Natale e dalle cose che si dovrebbero fare a Natale. Ricorda:
“Il presepe è una cosa religiosa…” “… Si, una cosa religiosa con l’enteroclisma di dietro.. e a me nun me piace, nun me piace e basta!”
Da Natale in casa Cupiello