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Coronavirus: come contenere il panico e non soccombere all’ansia e all’infodemia

Pubblicato il: 02/24/2020
Da: Dott.ssa Eliana Pellegrini
Coronavirus: come contenere il panico e non soccombere all’ansia e all’infodemia

Stiamo calmi e non facciamoci gabbare dall’ansia e dall’infodemia

Frasi quali “stiamo calmi” solitamente servono a poco, se non ad aumentare la preoccupazione. Perché, se devo star calmo è perché c’è qualcosa di cui agitarsi!

Come psicologa e psicoterapeuta non so niente di diverso sul CoronaVirus (o COVID-19) di quello che sento e leggo. Quello che sento e leggo, però, mi sembra molto simile all’attivazione di uno stato d’ansia generalizzato collettivo. Messaggi contraddittori che invitano alla calma e alla preoccupazione, che dicono di non fare niente dal solito, ma nel frattempo i supermercati sono chiusi, dicono che non muore nessuno, intanto però ci sono dei morti. Quello che la Treccani descrive come Infodemia ossia la “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.

Quindi, se non posso (e non devo perché non ne ho i titoli) dire niente in merito al virus, posso invece condividere quello che è il meccanismo di risposta ansioso ad uno stimolo e condividere qualche buona pratica per ridurre questa attivazione.

La risposta ansiosa ad un evento preoccupante

Riceviamo tutti continuamente notizie sul virus e abbiamo tutti, chi più chi meno, attivato un monitoraggio sull’argomento.

I social però veicolano contenuti massivi relativi al virus su chi attivamente cerca queste informazioni, aumentando la percezione della pericolosità e della vicinanza della minaccia e rispondendo al bisogno di iper-monitorare il pericolo sentendosi ancora più vulnerabili.

Questo è un meccanismo ansioso infatti la risposta ansiosa ad uno stimolo è l’attivazione di un sistema cognitivo di credenze e di risposte fisiologiche caratterizzato dalla percezione della realtà come minacciosa e di sé come incapaci di fronteggiare gli eventi, attivando un pensiero ricorrente sul pericolo e comportamenti compensatori per ridurre l’ansia.

Di fatto il meccanismo di visibilità dei social impatta maggiormente sulle persone che più di altre sono vulnerabili proprio alla paura e all’ansia. I social hanno veicolano messaggi sottostanti quali “hai fatto bene a preoccuparti, perché in effetti il pericolo c’è”.

Nei social viene dato risalto proprio a comportamenti compensatori quali fare scorte di cibo e medicinali rinforzando il pensiero sottostante “avevi ragione a preoccuparti e a correre ai ripari”.

Infine questo meccanismo di comunicazione non fa altro che dare risalto a notizie di allarme riducendo la visibilità di notizie che invece invitano a pensieri e comportamenti moderati, rinforzando e perpetuando, di fatto, la percezione di minaccia e vulnerabilità.

Come non arrendersi all’ansia e all’infodemia

  1. Riconoscere che non siamo calmi per niente. Ovvero riconoscere che la realtà delle notizie e della situazione attiva in noi una serie di pensieri ed emozioni negativi;
  2. riconoscere che siamo in una situazione di incertezza ma che questo non è una conferma agli scenari catastrofici che abbiamo pensato o che ci “hanno suggerito”;
  3. riconoscere che abbiamo attivato un ipercontrollo della minaccia e che siamo soverchiati da informazioni ridondanti, quindi selezionare le fonti autorevoli e attendibili;
  4. dirci che pre-occuparci non serve, serve invece occuparci, attenendosi alle norme comportamentali indicate dalle fonti istituzionali;
  5. riconoscere che abbiamo la capacità di difenderci e non siamo soverchiati e vittime attivando i comportamenti indicati dalle fonti istituzionali e difendendoci attivamente da tutte quelle fonti di informazioni che fanno sciacallaggio mediatico.

Attenersi sempre alle indicazioni delle fonti istituzionali:

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirushttps://www.epicentro.iss.it/coronavirus

Psicologi per i Popoli ER, di concerto con l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, mette a disposizione la possibilità di avere un consulto telefonico con uno psicologo delle emergenze dalle ore 9.00 alle ore 20.00 chiamando il numero: 328 7610191

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